Cozze d'acqua dolce come "sentinelle del lago" - Risultati del progetto Ris-Orta

Progetto ambientale Ris-Orta

Riuscito il primo ripopolamento in Italia di bivalvi lacustri autoctoni sul Lago d’Orta, volto a monitorare l’inquinamento delle acque e risanare le zone costiere

Sono stati diffusi i primi dati del progetto di ricerca pilota “Ris-Orta”, gestito dal CNR IRSA di Verbania Pallanza, avviato nel 2022.  Il 70% dei molluschi è sopravvissuto, confermando il successo della prima fase della ricerca che ha visto in Italia per la prima volta un’operazione di trapianto di cozze d’acqua dolce della specie Unio elongatulus tra bacini lacustri differenti, il Lago Maggiore e il Lago d’Orta. L’attività è ancora in svolgimento e sta aprendo nuove prospettive di ricerca attraverso il sistema di bio-monitoraggio tramite microchip.


 Sono stati resi noti i primi risultati del progetto ambientale Ris-Orta, avviato nel 2022 sul Lago d’Orta. Si tratta del primo ripopolamento di bivalvi lacustri autoctoni della specie Unio elongatulus avvenuto in Italia, con obiettivi di ripristino della fauna autoctona locale dei bacini lacustri nazionali e di attività di bio-monitoraggio della qualità acque.  Dai dati a oggi raccolti e che si stanno ancora analizzando, emerge una conferma importante: l’avvenuto successo dell’operazione di ripopolamento dei molluschi traslocati dal Lago Maggiore al Lago d’Orta e innestati tra la penisola di Orta e la località Bagnera. Il 70% di esemplari è infatti sopravvissuto sul lungo periodo e ha riportato un accrescimento annuale in linea con i dati tipici di questa specie, segno che le cozze autoctone possono ripopolare i nostri laghi, anche dopo decenni dalla scomparsa.

Sui bivalvi trasferiti sono stati installati dei microchip così che potessero divenire strumenti per il bio-monitoraggio in tempo reale , trasmettendo i propri dati al centro di ricerca CNR IRSA di Verbania Pallanza.  Questa operazione ha permesso di ottenere una registrazione valvometrica costante, ossia la misurazione dell’ampiezza e della frequenza di apertura e chiusura delle due valve della conchiglia. Questo dato ha confermato la forte reattività delle cozze agli stress ambientali e ha consentito di definire i parametri di analisi corretti per effettuare le registrazioni dei diversi comportamenti dei molluschi nelle condizioni variabili dell’ambiente naturale e non solo in laboratorio. Da ultimo, la ricerca ha  confermato che le cozze sono sistemi naturali di accumulo di sostanze tossiche prelevate dall’ambiente circostante. 

Si è visto, infatti, il funzionamento del loro sistema depurativo: queste, filtrando l’acqua, stoccano le sostanze di scarto, compresi eventuali metalli pesanti presenti in acqua, all’interno del loro guscio e nei tessuti molli, non permettendo più il rilascio nell'ambiente circostante.

Gli sviluppi futuri della ricerca e l’attività in corso
Il sistema di rilevamento comportamentale installato presso il Circolo Velico di Orta San Giulio sta finalizzando lo studio dei segnali di movimento. Il prossimo step è identificare le corrispondenze delle reazioni ai cambiamenti naturali (es. luce/buio, movimenti dell’acqua) per poter isolare le risposte agli stress antropici, dovuti all’intervento umano (es. rilascio di sostanze inquinanti).  Le analisi più approfondite dell’accumulo dei metalli pesanti negli animali impiantati nel lago d’Orta, finalizzate a indagare sulle capacità filtranti dei bivalvi, sono state posticipate in autunno 2024, in quanto saranno utili ad aprire prospettive metodologiche di grande rilevanza per il bio-monitoraggio: queste ricerche, infatti, permetteranno di associare alle analisi dei metalli anche quelle del microbioma. I risultati potrebbero evidenziare potenziali applicazioni della composizione del microbioma come “biomarcatore” in grado di segnalare contaminazioni ambientali. Inoltre, ci sarebbe la possibilità di associare a questo uno studio delle caratteristiche strutturali dei gusci delle cozze esposte a contaminazione ambientale, che potrebbe aprire nuove prospettive anche per comprendere i meccanismi alla base dell’azione dei contaminanti, con possibili ricadute anche per la salute umana.

Come è nato il progetto Ris-Orta

Il lago d’Orta è stato votato nel 2018 nel nono censimento “I Luoghi del Cuore” promosso da FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano e Intesa Sanpaolo, grazie all’attivazione del Comitato “Amici del Lago d’Orta” , una realtà formata da diversi soggetti di grande rilevanza sui temi della tutela ambientale e della sostenibilità tra cui l’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR ISE) di Pallanza e Verbania, l’Ecomuseo del Lago d'Orta e Mottarone e dalla maggior parte dei Comuni che affacciano sul lago. Il comitato ha l’intento di rendere i cittadini consapevoli delle criticità del luogo, con grande coinvolgimento delle scuole. 

In questo censimento, il Lago d’Orta si è classificato al 24° posto della classifica nazionale raccogliendo ben 16.650 voti e tale risultato ha permesso a Ecomuseo di partecipare al bando che il FAI lancia al termine di ogni edizione della campagna, mettendo a disposizione dei luoghi più virtuosi una serie di contributi economici.

Il progetto Ris-Orta, promosso da Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone e dal CNR IRSA di Verbania Pallanza è stato reso possibile anche grazie al sostegno di FAI e Intesa Sanpaolo per il bando “I Luoghi del Cuore FAI”, del Comune di Orta San Giulio e dalla Fondazione Comunità Novarese onlus che ha scelto di sostenere, insieme all’azienda Fratelli Fantini SpA, una borsa di ricerca per sviluppare ulteriormente l’approccio biologico e digitale sperimentale del progetto.

Un altro importante effetto virtuoso scaturito dalla partecipazione alla Campagna “I Luoghi del Cuore” è stata la stipula nel 2019 del Contratto di Lago del Cusio che comprende l’area del Bacino idrografico del Lago d’Orta, la Valle Strona e parte della Valle d’Agogna, fortemente voluto da Ecomuseo. Il Contratto di Lago è un accordo tra associazioni, enti e istituzioni che si attivano per preservare l’integrità di un territorio, rendendolo sempre più vivibile e attrattivo.


Perché il Lago d’Orta è il contesto ambientale perfetto per il progetto di ricerca

Il Lago d’Orta è un ambiente noto a livello internazionale per la storia di rinascita che lo ha visto protagonista alla fine del secolo scorso. A lungo inquinato dagli scarichi industriali e ripristinato ecologicamente alla fine degli anni ‘80 mediante l’operazione di “liming”, una imponente bonifica con carbonati di calcio per riequilibrare l’acidificazione delle acque, oggi presenta sedimenti depositati sui fondali profondi inquinati da metalli pesanti ma acque purificate. Le acque del Lago d'Orta più superficiali, pur essendo sicure, sono naturalmente più esposte nella zona litorale al rilascio di particelle inquinanti provenienti dai sedimenti, a causa di una serie di agenti esterni (moto ondoso, ruscellamento e accesso dei bagnanti).  L’idea del progetto Ris-Orta è nata dalla scoperta nel 2014 di una piccola popolazione di cozze che era riuscita, malgrado le condizioni ancora tossiche dei sedimenti del lago, a ricolonizzare spontaneamente intorno al 2000 una piccola area del lago in prossimità del Lido di Gozzano. Questo aveva   attratto l’interesse della comunità scientifica perché nel mondo sono estremamente rari i casi di ripopolamento spontaneo di una specie di cozze d’acqua dolce dopo alterazioni così devastanti dell'ecosistema. 

«Progetti di questo tipo ─  spiega Nicoletta Riccardi, responsabile scientifica del progetto, ricercatrice del CNR IRSA ─ si misurano, oltre che dalle tappe raggiunte, anche e soprattutto dalle nuove opportunità aperte. Ris-Orta, partendo da un piccolo seme piantato dal FAI, ha aperto prospettive che saranno realizzate nel prossimo futuro e divulgate come in una serie a puntate che veràà realizzata insieme al FAI».

«Il FAI è particolarmente soddisfatto di aver sostenuto un progetto di carattere ambientale legato all’acqua: un tema e una risorsa su cui anche la Fondazione è particolarmente impegnata da anni, attraverso la campagna #salvalacqua. Inoltre, la partecipazione di un ente di rilievo scientifico nazionale come il CNR è garanzia della qualità del progetto proposto e un plauso va anche al suo carattere innovativo, con l’auspicio che questo progetto pilota possa aprirsi a ulteriori sviluppi. Non da ultimo, il coinvolgimento dell’Ecomuseo, che ha svolto il ruolo di “comunità di patrimonio” riunendo molteplici soggetti intorno al tema della salvaguardia e della valorizzazione culturale di questo luogo speciale, si sposa pienamente con lo spirito partecipativo dei Luoghi del Cuore e sono lieta che l’affermazione al censimento del FAI abbia rappresentato uno stimolo determinante per la stipula del Contratto di Lago, con la scelta del territorio di rendersi co-responsabile nella tutela di un elemento tanto identitario quanto prezioso come il Lago d’Orta. » è il commento di Daniela Bruno, Vice Direttrice generale FAI per gli Affari Culturali

«La Delegazione di Novara e la sua rete di volontari è fiera del risultato raggiunto perché frutto dell’impegno corale di tutti: Delegazioni e Gruppi FAI in sinergia con Ecomuseo e con tutti i portatori d’interesse. La fatica per l’elevato numero di voti raccolti dai volontari, durante ogni weekend, si traduce oggi in un grazie carico di soddisfazione; ci auguriamo che quanto accaduto per il Lago d’Orta, grazie a un gesto semplice come un voto al proprio luogo del Cuore, possa avvenire per tanti altri luoghi che meritano tutela e valorizzazione» aggiunge Matteo Caporusso, Capo Delegazione FAI di Novara

“Fondazione Comunità Novarese – commenta il Direttore Generale di FCN, Gianluca Vacchini - ha scelto di essere tra i primi 71 firmatari della Dichiarazione d’impegno di Fondazioni ed enti filantropici italiani sul cambiamento climatico promossa da Assifero, esprimendo così la propria volontà di integrare azioni di mitigazione e adattamento alla crisi climatica all’interno della propria organizzazione, strategia, interventi e programmi. Ecco perché abbiamo scelto di sostenere il progetto RisOrta che sostiene la tutela delle risorse naturali e, contemporaneamente, il benessere delle comunità che abitano il lago”.


Daniela Fantini, CEO di Fratelli Fantini spa: «Sono lieta di contribuire a questo progetto. Il lago d’Orta è per me un luogo speciale, luogo di origine della mia famiglia e sede dell’azienda Fantini. Da sempre siamo consapevoli della sua bellezza unica, che deve essere conservata, e attenti a preservare il suo delicato ecosistema, sostenendo progetti ambientali, didattici e scientifici»

Il Presidente di Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone Giovanni De Bernardi dichiara «L’iniziale raccolta di firme per i Luoghi del Cuore, è stata la conferma che anche la popolazione locale, anche quella meno coinvolta nelle vicende scientifiche del lago, ama questo luogo e gli attribuisce un valore davvero speciale! Il progetto Ris-Orta ha rappresentato un’occasione, forse la prima veramente importante,  per coinvolgere emotivamente il grosso pubblico, facendolo riflettere su come anche dei piccoli esserini indifesi, quali le cozze, ci possono essere utili, e su quanto sia importante conservare la biodiversità! Inoltre per il Contratto di Lago del Cusio questo progetto ha rappresentato un primo importante banco di prova dell’Alleanza che stiamo costruendo tra i tanti attori coinvolti, e in particolare della collaborazione tra il personale scientifico di IRSA-CNR di Verbania, e le persone del luogo»


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