Ricordo di Aldo Maulini



Ci ho pensato parecchio, ma non riesco a ricordare quando esattamente ho conosciuto ‘l’Aldo’; probabilmente è stato all’interno dei gruppi giovanili che intorno alla metà degli anni ’70 frequentavano il cineforum di Omegna e si ritrovavano la sera al circolo della madonna del Popolo o, d’estate, alle feste popolari tanto in voga a quei tempi.
Ricordo invece il giorno in cui, con lui e i tecnici della comunità montana Cusio Mottarone, siamo saliti all’alpe Selviana, a monte di Agrano, per un sopralluogo preliminare a quello che allora era un terreno abbandonato e che sarebbe diventata la grande scommessa di Aldo e dei suoi amici della cooperativa Il Glicine: una fattoria didattica con allevamento di animali vari, una coltivazione di piccoli frutti, mirtilli in particolare, e soprattutto un centro di didattica ambientale per l’educazione soprattutto di bambini e ragazzi alla conoscenza della natura in tutti i suoi aspetti.
E ricordo quel 1997 in cui nacque, sulle tracce di una legge regionale da poco approvata delle idee di un gruppo di appassionati, l’Ecomuseo Cusius del Lago d’Orta e del Mottarone. Insieme ai rappresentanti degli enti locali – comuni, province, comunità montane – si mossero alcune associazioni ‘private’ e tra queste Il Glicine fu una delle prime, con l’Aldo che faceva da traino per tutti.
Nel 2004 siamo entrati insieme nel consiglio direttivo di Ecomuseo e da allora abbiamo camminato a contatto di gomito, ragionando di sviluppo culturale del territorio, di didattica ambientale, a volte fantasticando di progetti impossibili, spesso arrabattandoci a trovare soluzioni spicciole ai problemi quotidiani. Lui era la coscienza critica del gruppo, quello che tirava fuori il ‘lato opposto’ del tema in discussione, per sviscerarlo con grande senso pratico e trovare soluzioni geniali e innovative. Quante discussioni appassionate sui lavori di ristrutturazione alla nuova sede, quante serate trascorse a analizzare progetti e preventivi, a studiare soluzioni diverse e originali, tecnicamente migliori e più convenienti, nella convinzione profonda che quella sede dovesse essere vista come la casa di ognuno di noi.
Ricordo una tappa di Girolago, il sentiero da Borca a Crabbia percorso insieme, ultimi della fila e arrivati alla meta con notevole ritardo perché ogni due passi ci fermavamo a osservare una roccia, un albero, un formicaio in piena attività… E lui raccontava, dipanando le spire del immenso sapere, ma soprattutto poneva – e si poneva – domande, come fa un bravo ricercatore, umile e curioso.
Fu l’ultima volta che camminammo insieme per i boschi che tanto amava. Poche settimane dopo i primi sintomi della malattia che lo avrebbe rapidamente bloccato, ma non sconfitto, anzi! Continuò a frequentare le sedute del consiglio, arrivando prima con i bastoncini, poi con le stampelle e infine con la sedia a rotelle spinta dalla moglie Laura. Continuò a portare il suo contributo nonostante facesse sempre più fatica ad esprimersi e quando non ce la fece più a uscire volle che le riunioni si tenessero a casa sua, per non perdere il contatto con una realtà a cui teneva particolarmente.
Ora che lui è stato chiamato a percorrere grandi spazi, finalmente libero, a noi non resta che conservarne la memoria, salvaguardando e proseguendo il suo lavoro.
Ciao, Aldo e… grazie!
Massimo M. Bonini
presidente Ecomuseo Cusius

Commenti