QUATTRO DOMANDE AL PRESIDENTE
Lo scorso 23 marzo l’assemblea ordinaria dell’Ecomuseo del Lago d’Orta e del Mottarone ha proceduto al rinnovo delle cariche sociali, riconfermando alla presidenza il professor Massimo M. Bonini, rappresentante del comune di Casale Corte Cerro. Queste le sue dichiarazioni.
Presidente, la sua riconferma quale segnale dà al territorio del Cusio?
Direi che la riconferma - non solo mia, ma di tutti i consiglieri uscenti che hanno rinnovato la disponibilità a proseguire il lavoro intrapreso sei anni fa: Rolando Balestroni, Giovanni Crippa, Aldo Maulini ed Emanuela Valeri, cui si aggiungono Bruna Giop e Attilio Pirali – sia un riconoscimento al lavoro svolto, all’impegno profuso e soprattutto al valore delle scelte effettuate. Ecomuseo è molto cresciuto, tanto per numero di soci – da 25 a 36 – quanto per numero e qualità delle attività svolte. Ormai non c’è, in zona, iniziativa culturale di un certo spessore che non ci veda in qualche modo coinvolti, a testimonianza della competenza e affidabilità del nostro staff interno e dei nostri numerosi collaboratori esterni, molti dei quali, ci tengo a sottolinearlo, volontari. E, a questo proposito, permettetemi di ringraziarli, questi volontari e tra loro, in particolare, i due consiglieri che, per motivi squisitamente personali, non hanno voluto continuare la loro avventura con noi: Eliseo Mascolo e Renato Sartori.
Avete di fronte altri tre anni di lavoro. Quali i programmi e le priorità?
Siamo coinvolti nel progetto per i Sistemi Culturali del Cusio – capofila la comunità montana Cusio Mottarone Valstrona Due Laghi – attraverso il quale disponiamo dei finanziamenti per proseguire nell’opera di ristrutturazione della sede sociale di Pettenasco. Il prossimo obbiettivo è la Porta dell’Ecomuseo, l’edificio prospiciente la strada regionale che servirà da vetrina per le attività, sia interne che dell’intero territorio. Intanto si cercheranno i finanziamenti per il terzo e ultimo lotto, che prevedrà le sale per mostre, conferenze, riunioni e attività didattiche. Altro nodo da affrontare sarà quello dei rapporti con la Regione Piemonte e del suo finanziamento all’intero sistema degli ecomusei piemontesi. E poi il rilancio di quell’idea di distretto culturale che permetta di mettere in rete tutti gli operatori del territorio e far nascere un vero e forte sistema organizzativo.
Nuovi siti museali?
Sta nascendo il polo culturale della media valle Strona, con i siti di Marmo e Sambughetto. Il comune di Casale Corte Cerro completerà, speriamo a breve, i lavori di recupero dell’ex latteria sociale, che diverrà museo della civiltà contadina e della storia locale. Abbiamo poi richieste d’intervento sul territorio del Mottarone.
E Girolago?
Girolago è stata la più bella scommessa vinta da Ecomuseo. L’iniziativa dei comuni del Cusio è cresciuta notevolmente, coinvolge svariate centinaia di persone ogni anno e sta portando il nome del lago d’Orta ai massimi livelli del turismo ambientale. Si sta posando la segnaletica, che permetterà di usufruire dei percorsi anche al di fuori delle giornate organizzate e si stanno aggiungendo sempre nuovi ‘raggi’ che portino a scoprire angoli nascosti e suggestivi, spesso sconosciuti agli stessi ‘indigeni’.
Lo scorso 23 marzo l’assemblea ordinaria dell’Ecomuseo del Lago d’Orta e del Mottarone ha proceduto al rinnovo delle cariche sociali, riconfermando alla presidenza il professor Massimo M. Bonini, rappresentante del comune di Casale Corte Cerro. Queste le sue dichiarazioni.
Presidente, la sua riconferma quale segnale dà al territorio del Cusio?
Direi che la riconferma - non solo mia, ma di tutti i consiglieri uscenti che hanno rinnovato la disponibilità a proseguire il lavoro intrapreso sei anni fa: Rolando Balestroni, Giovanni Crippa, Aldo Maulini ed Emanuela Valeri, cui si aggiungono Bruna Giop e Attilio Pirali – sia un riconoscimento al lavoro svolto, all’impegno profuso e soprattutto al valore delle scelte effettuate. Ecomuseo è molto cresciuto, tanto per numero di soci – da 25 a 36 – quanto per numero e qualità delle attività svolte. Ormai non c’è, in zona, iniziativa culturale di un certo spessore che non ci veda in qualche modo coinvolti, a testimonianza della competenza e affidabilità del nostro staff interno e dei nostri numerosi collaboratori esterni, molti dei quali, ci tengo a sottolinearlo, volontari. E, a questo proposito, permettetemi di ringraziarli, questi volontari e tra loro, in particolare, i due consiglieri che, per motivi squisitamente personali, non hanno voluto continuare la loro avventura con noi: Eliseo Mascolo e Renato Sartori.
Avete di fronte altri tre anni di lavoro. Quali i programmi e le priorità?
Siamo coinvolti nel progetto per i Sistemi Culturali del Cusio – capofila la comunità montana Cusio Mottarone Valstrona Due Laghi – attraverso il quale disponiamo dei finanziamenti per proseguire nell’opera di ristrutturazione della sede sociale di Pettenasco. Il prossimo obbiettivo è la Porta dell’Ecomuseo, l’edificio prospiciente la strada regionale che servirà da vetrina per le attività, sia interne che dell’intero territorio. Intanto si cercheranno i finanziamenti per il terzo e ultimo lotto, che prevedrà le sale per mostre, conferenze, riunioni e attività didattiche. Altro nodo da affrontare sarà quello dei rapporti con la Regione Piemonte e del suo finanziamento all’intero sistema degli ecomusei piemontesi. E poi il rilancio di quell’idea di distretto culturale che permetta di mettere in rete tutti gli operatori del territorio e far nascere un vero e forte sistema organizzativo.
Nuovi siti museali?
Sta nascendo il polo culturale della media valle Strona, con i siti di Marmo e Sambughetto. Il comune di Casale Corte Cerro completerà, speriamo a breve, i lavori di recupero dell’ex latteria sociale, che diverrà museo della civiltà contadina e della storia locale. Abbiamo poi richieste d’intervento sul territorio del Mottarone.
E Girolago?
Girolago è stata la più bella scommessa vinta da Ecomuseo. L’iniziativa dei comuni del Cusio è cresciuta notevolmente, coinvolge svariate centinaia di persone ogni anno e sta portando il nome del lago d’Orta ai massimi livelli del turismo ambientale. Si sta posando la segnaletica, che permetterà di usufruire dei percorsi anche al di fuori delle giornate organizzate e si stanno aggiungendo sempre nuovi ‘raggi’ che portino a scoprire angoli nascosti e suggestivi, spesso sconosciuti agli stessi ‘indigeni’.
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