Ricercatori del CNR iniziano a sperimentare gli strumenti per il monitoraggio degli immissari del Cusio
In questi giorni dalle temperature quasi invernali la dott.sa Silvia Galafassi del CNR - Istituto di Ricerca sulle Acque di Verbania con i suoi assistenti si è recata in vari punti del Cusio per portare avanti attività di verifica delle attrezzature che verranno utilizzate a regime la prossima primavera 2024. Lo studio che ricercatrici e ricercatori del CNR andranno a fare prevede una serie di analisi e di comparazioni tra le acque del Lago d'Orta e quelle dei suoi immissari.
L'importanza dei torrenti che si gettano nel lago non è, infatti, da sottovalutare quando si parla della salute dell'ecosistema lacustre: non dobbiamo immaginare il lago come un acquario chiuso in sé stesso, ma come un sistema vivente in cui confluiscono sempre influenze esterne.
Il monitoraggio degli immissari da parte degli scienziati del CNR comprende diversi aspetti, tra cui la portata idrometrica, gli agenti inquinanti e lo studio di cosa avviene al momento dell'incontro tra le acque fredde dei torrenti e quelle del lago con temperatura più costante.
Questo approccio si rifà al concetto di bacino idrografico, come area dove confluiscono tutte le acque di un territorio, affrontando la questione dell'inquinamento in ottica di sistema, con la consapevolezza che anche gli agenti inquinanti provenienti dalle strade, dai parcheggi, dai nostri paesi o dal settore produttivo, se non opportunamente trattate, si riversano nei torrenti e per conseguenza nelle acque del lago.
Questo tipo di attività dialoga con le azioni inserite nel progetto CUSIO2030, che mira a rafforzare il processo di recupero dello stato ecologico del Lago d’Orta. Il progetto si inquadra nel contesto del Contratto di Lago del Cusio e vede come capofila la Provincia di Novara, in collaborazione con Ecomuseo del Lago d'Orta e Mottarone, Associazione Amici del Fermi e IRSA-CNR, quale responsabile scientifico.
Tale progetto, finanziato grazie al Bando Simbiosi di Fondazione Compagnia San Paolo, prevede tra le sue azioni principali la reimmissione nel lago di quattro specie autoctone di pesci (pigo, trota marmorata, agone e luccio italico), oltre al monitoraggio delle specie aliene, rappresentando quindi un'attività complementare al monitoraggio degli immissari.
Lo studio delle molteplici problematiche, e delle relative soluzioni, che interessano il bacino lacustre è complesso e per questo vede la preziosa collaborazione di attori scientifici, come ARPA, Università del Piemonte Orientale, oltre che del CNR, insieme alle associazioni locali, come Legambiente, Sub Novara Laghi, Circolo Velico, AIB e molti altri soggetti.
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