Un museo e i suoi ombrelli


Si è conclusa la mostra “Dal sole e dalla pioggia. Il mestiere dell’ombrellaio tra lago d’Orta e lago Maggiore”, allestita dall’Ecomuseo del lago d’Orta e del Mottarone presso la Sala incontri dell’Ufficio relazioni con il pubblico del Consiglio Regionale del Piemonte a Torino. L’esposizione ha avuto ottimi i risultati di visita, con circa 1200 persone, in buona misura ragazzi delle scuole elementari e medie di Torino, che hanno potuto ammirare un assortimento di parasole dalla fine dell’Ottocento agli Anni Cinquanta del Novecento, gli strumenti utilizzati dagli ombrellai per costruire questi preziosi oggetti e numerosi pannelli con stampe dedicate al mestiere dell'ombrellaio, fornite da Francesco Maglia, ombrellaio e collezionista di immagini legate a questo oggetto affascinante. 

Le origini di questo mestiere sono antiche e sorprendenti. Ogni anno, agli inizi di gennaio, dalle pendici del Mottarone partivano i lusciat, gli ombrellai, artigiani itineranti che riparavano e costruivano parasole e parapioggia per le vie e le piazze di città e paesi, parlando tra di loro il tarusc. Questa lingua non era un dialetto, ma un gergo segreto di una gilda organizzata di artigiani utilizzata per scambiarsi informazioni in mezzo a sconosciuti senza timore di essere ascoltati da orecchie indiscrete. 

Per tradizione gli ombrellai sceglievano i propri apprendisti solo tra i bambini inferiori ai dieci anni di età della propria zona di origine. Non era una vita facile, quella dell’ombrellaio, sempre in giro per le strade, estate ed inverno, ma molti di loro fecero fortuna, aprendo botteghe in Italia e all’estero. Il Museo dell’ombrello e del parasole di Gignese – l’unico sul tema esistente al mondo – racconta questa storia e quella dell’evoluzione del parasole e del parapioggia, oggetto simbolico e simbolo di potere e di fascino per molti secoli. 

Info: ecomuseo tel. 0323.89622.



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